18/07/14

Anche gli italiani sanno scrivere i fantasy!

Se, come detto martedì, il fantasy è un genere un po' di nicchia, per quanto dispiaccia sinceramente ammetterlo, gli autori italiani che si cimentano in questo genere sono delle mosche bianche. Ce ne sono ovviamente, e per fortuna, ma sono pochi.

Dopo aver parlato della famosa e pluripremiata Le Guin, oggi vi parlerò di un triestino che ha esordito nel genere fantasy non con un solo libro, ma addirittura con una trilogia. L'autore è Andrea D'Angelo e la sua saga prende il nome di La Triade.

La Triade si compone di: Le sette gemme, L'arcimago Lork e La Fortezza. Nel 2004 D'Angelo partecipò al Premio Italia proprio con La Fortezza.

La Fortezza - 3° volume della trilogia
La Fortezza
“Non chiedere mai alle persone cosa stanno facendo, bensì sempre il perché delle loro azioni […] Sappi però che non sempre la gente ha la voglia o la possibilità di rispondere. […] Le domande è meglio porle a se stessi, è il solo modo per trovare sempre una risposta […] La mente è un'arma molto potente se la sai usare.”

La storia inizia con il ritrovamento di un antichissimo libro che permetterebbe ai popoli del Mondo Interno di liberarsi delle forze del male. Burk, un saggio al tramonto della sua esistenza, comprende bene l'importanza di quel libro, e convince così i suoi amici più cari ad intraprendere un lungo e pericoloso viaggio per recuperare le Sette Gemme, dette dell'Equilibrio, le uniche in grado di liberare il Mondo Interno dal potere assoluto esercitato dall'Arcimago Lork. Tuttavia anche L'Arcimago sta cercando quelle straordinarie Gemme.

Molti sono i personaggi che popolano La Triade, e il più delle volte si rischia di far confusione, soprattutto perché i nomi sono difficili da leggere e da tenere a mente. Gli intrecci e le vicende però sono ben organizzati.
Andrea D'Angelo
Andrea D'Angelo

La narrazione parte lenta nel primo volume, di fatto il più “tranquillo” della trilogia, aumentando sempre di più il ritmo man mano che si procede con i volumi successivi, fino al finale che unisce tutti i fili lasciati sospesi durante la narrazione. Le battaglie e gli scontri sono descritti con estrema dovizia di particolari. 

“Nelle difficoltà è facile demoralizzarsi. Nell'oscurità le ombre sembrano più cupe che alla luce, anche se celano le stesse insidie”

Un plauso che va fatto a D'Angelo sono le sue parentesi sulle creature del male. In generale, almeno nei romanzi fantasy, il male è semplicemente il male, agisce così perché il cattivo. Punto. Fine della discussione. Non ci si interroga mai del perché o del come. E' un dato di fatto. Quello è il cattivo e la sua parte nella storia è agire a quel modo. D'Angelo invece si mette d'impegno e si mette a sviscerare il male, per raggiungere le sue origini, aprendo uno spaccato sulla sua natura e comprenderne i motivi che lo spingono ad agire. Non lo fa con tutti i personaggi malvagi che si incontrano ovviamente, ma con quelli per cui decide di scavare in profondità, ha fatto un buon lavoro.

Il cofanetto con i tre volumi
Tra le battaglie e la costante ricerca di queste portentose Sette Gemme, non mancano certo i momenti di riflessione ed introspezione che, se non raggiungono i livelli della Le Guin, certamente permettono di delineare con maggior chiarezza i personaggi, dando loro il giusto spessore.

“Il segreto per comprendere come affrontare e superare un problema, grande o piccolo che sia, è quello di ascoltare il sussurro del nostro essere. E perché questo sussurri, bisogna liberarlo dalle catene con cui la nostra mente lo imprigiona”

Giunti al termine della trilogia, dopo aver faticato tanto insieme ai suoi personaggi, e ad essersi affezionati a loro, D'Angelo regala un finale dolce-amaro che ci sta bene, ma allo stesso tempo monco. Monco perché dà l'impressione che D'Angelo si sia lasciato aperto uno spiraglio per proseguire la saga, senza però proseguirla, almeno fino ad ora, rendendo il trionfo del bene sul male ancora più amaro di quanto già non sia.

“A noi uomini succedono cose belle e cose brutte, ma la natura non si ferma mai a guardare. Il flusso degli eventi è inarrestabile e mentre qualcuno sta soffrendo, a pochi metri da lui un uccello canta allegro. E' strano.”


(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet. Le informazioni riguardanti l'autore sono state prese dalla Wikipedia mentre le citazioni sono state prese dai libri di cui il post tratta)
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.