24/08/14

La legge della rinuncia e il livello della felicità | JINARAJADASA

... Soltanto Colui conoscendo, la morte si vince, né altro sentiero alla salvezza conduce [qui]

LA LEGGE DELLA RINUNCIA
La gioia del vivere non è forse ovunque? Nella pianta, nell'animale e nell'uomo non vediamo forse un istinto per la felicità, che spinge tutta la creazione dal bene al meglio, dal meglio all'ottimo? Da quando Dio pronunciò le parole «sia la luce» non cercano forse tutti gli uomini di uscire dalle tenebre e di salire nella luce, ciecamente ed oscuramente scorgendo che la felicita dev'essere la loro meta? Pure, quanto rari sono coloro che trovano la felicità nella vita! È facile cantare: «finche Dio è nel suo cielo, tutto va bene sulla terra»! Ma per cantare in questo modo si deve essere ciechi per le cose che avvengono: la vita è una tragedia per molti! Tuttavia, tutti sentiamo che la felicità deve essere lo scopo della vita, e l'umanità non sbaglia nei suoi più profondi sentimenti. Ma perché, allora, il raggiungimento della felicità non deve essere più facile?

L'uomo è un'anima in evoluzione. Vi è una filosofia di vita che afferma che l'uomo è un'anima immortale, che non vive una sola vita sul la terra, ma molte, che cresce con le esperienze che . raccoglie sviluppando molteplici capacità e virtù. Questa filosofia postula che tutti gli uomini sono figli dell'Unico Padre, che creò l'universo affinchè le sue creature possano raggiungerlo nella beatitudine. Secondo questa teoria, lo scopo della vita non è quello di raggiungere una condizione stabile di felicità individuale, ma piuttosto nello svolgimento di un Piano o di un ideale futuro, trovando in questo lavoro una soddisfazione sempre crescente. Secondo il punto di vista del teosofo, tutti gli uomini operano per un ideale futuro preordinato; però operano a diversi livelli, conformemente alle loro diverse attitudini. La constatazione di questi differenti livelli e delle leggi di vita propria a ciascuno, rende la vita meno problematica. Ci sono tre livelli principali sul Sentiero della Beatitudine che conduce al Bene Altissimo e questi sono: Felicità, Rinuncia e Trasfigurazìene.

IL LIVELLO DELLA FELICITÀ
A questo livello, Dio richiama i suoi figlioli alla collaborazione offrendo loro la Felicità quale scopo dell' esistenza. Egli infuse nei loro cuori la brama di felicità e fornisce il mezzo con cui renderli felici. L'amore della donna, del bambino e dell'amico, la fama degli uomini, successi e agi tutto ciò costituiscono le ricompense che Egli riserva. Ci sono molti sentieri per le anime giovani, dove possono raccogliere felicità e provare tali piaceri. Il Sentiero che conduce alla Beatitudine, però, richiede lavoro e chi intende solcarlo deve specializzarsi per un lavoro più ampio di quello che fino allora svolgeva. Deve cioè salire al successivo livello e, per fare ciò, deve trasformarsi interiormente.

Fino a questo momento egli misurava uomini e cose con il criterio della sua piccola personalità, ma d'ora innanzi deve scegliere il criterio del suo Sé Superiore. Deve rompere ogni indugio e comprendere sempre più chiaramente quello che è importante nella vita e quello che non lo è; cioè, non è la sua felicità importante, bensì l'Opera da compiere. Prima però che cominci a comprendere ciò, deve effettuare una Conversione.
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