23/08/14

La visione dello spirito | JINARAJADASA

................. novello Parsifal, il «puro folle» e riceve la sua eredità [qui]

LA VISIONE DELLO SPIRITO

Quando l'uomo giunge a questo punto, sulla soglia lo attende Colui che sorvegliò i suoi passi per molte esistenze successive, e, pur restando invisibile, lo incoraggiò a continuare il suo cammino. Questi è il Maestro, «della Comunità dei Cavalieri del Bene, che il mondo ricorda». Nel Maestro l'Anima scorge la realizzazione di tutti gli ideali che rincorse lungo le sue esistenze. Con la mano nella mano di questo «Padre in Dio» solca il sentiero, mentre coglie nel suo Maestro la Visione dello Spirito. Chi può descrivere una simile Visione se non chi la ebbe e chi potrebbe parlarne con autorità se non un Maestro? E, da quando i Maestri di Saggezza mossero i loro passi fra gli uomini come Buddha, Krishna, Cristo, ci hanno fatto vedere, con la Loro vita, ciò che tale Visione deve essere. In questa Visione dello Spirito i Molti sono Uno.
«In questo universo, Egli, Unico, va e viene; Egli è come il fuoco o pervade l'acqua; Lui soltanto conoscendo, si supera la morte, né altro sentiero vi è al di fuori di Lui.»
Per l'Anima, che in questo modo ha finito di salire, ogni Anima non è «uno spirito che opera, non quello che era, ma quello che diviene». Non vi sono né alti né bassi nella vita, poiché in ogni cosa egli scorge il raggio dell'Unica Fiamma Divina. Tanto attraverso il più basso come attraverso il più alto «Dio si piega così da permetterei, con la Sua Luce, di elevar ci» . La vita così diviene un sacramento ed egli ne è il celebrante; con pensieri di amore e con atti di bontà egli celebra e si unisce con Dio e Dio si unisce con l'uomo. L'uomo allora rinuncia alla volontà di vivere e, in questo modo, attua la meta: «rinunziando al Sé, l'universo diviene il suo lo» Tuttavia, apprende che questo «lo» non è che un debole raggio della gran Luce. Da allora; egli vive soltanto allo scopo che uno più Grande di lui possa vivere per suo mezzo, amare per suo mezzo, agire per suo mezzo. Ovunque egli possa trovarsi, in cielo o all'inferno, dove la sua opera viene richiesta, il suo cuore bisbiglierà:
«Colui io conosco, l'Uomo Possente, che qual sole risplende, al di là delle tenebre. Soltanto Colui conoscendo, la morte si vince, né altro sentiero alla salvezza conduce».
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