30/09/14

Sanità: rimborsi al farmaco per Epatite c

0ggi si dovrebbe decidere il via libera alla rimborsabilità del Sofosbuvir, il farmaco che in 12, massimo 24 settimane, sradica in via definitiva l'Epatite C che ogni anno in Italia miete 10mila vittime. 


L’accordo tra l’Agenzia ministeriale del farmaco e l’americana Gilead, che produce la costosa pillola, dopo mesi di trattativa, dovrebbe arrivare oggi. Una trattativa estenuante per poter ribassare il prezzo e impedire che il già malandato fondo per la farmaceutica sfondi oltre agli attuali 1,4miliardi. Le ultime trattative  afronte di una richiesta iniziale di 58mila euro per ciclo terapeutico si era scesi scendere a 37 mila, con possibilità di ridurre ulteriormente il prezzo, fino a quota 25-26 mila con l’aumentare dei volumi di vendita del medicinale salva-epatite, per un costo a carico dello Stato che potrebbe oscillare tra i 6-700 milioni. Ma le trattative sono ancora in corso e le sorprese potrebbero ancora eserci.
Ma non tutti i paziente gli sarà garantita la rimborsabilità. Dei 400mila pazienti affetti da Hcv, potrebbero garantirla a circa 30mila, che sono i casi più gravi: cirrosi, coinfezioni con Hiv, carcinoma epatico o in attesa di trapianto. Ma negare il farmaco a queti pazienti significa condannarli a morte certa ed è per questo che nel 2915 si dovrà estendere la rimborsabilità a tutti gli affetti da Epatite C.
Questo prevederà un potenziamento dei centri ospedalieri autorizzati dalla regioni al trattamento, che oggi come oggi non possono prendere in carico più di 30mila pazienti.

Intanto però, salvo sorprese, l’Aifa oggi darà via libera alla rimborsabilità del farmaco a costi dimezzati, dopo aver incrociato le armi con la Gilead, fino a scoprire gli altarini di un’indagine del Senato americano, che ha denunciato l’assoluta sproporzione tra il prezzo richiesto in partenza dall’azienda e gli investimenti in ricerca.

Ma la battaglia non finisce qui perché sui farmaci innovativi l’Aifa dovrà comportarsi in modo startegico salvando i singoli malati gravi, assicurando loro i nuovi farmaci salva-vita, senza perdere sul terreno il resto dei malati, ossia i milioni di pazienti ai quali bisogna comunque assicurare le medicine già in commercio.

Non è impresa facile, visto che dopo 15 anni di blackout l’industria farmaceutica è pronta a sfornare in serie nuovi prodotti in grado di curare mali finora incurabili. La stessa Gilead ha presentato proprio ieri domanda di commercializzazione del Ledipasvir, la pillola che associata al Sofosbuvir consente di fare a meno del tossico interferone, che non può essere sopportato dai malati più gravi.

Nei prossimi mesi sarà la volta dei nuovi e costosi anticorpi monoclonali per l’Alzheimer, gli anti tumorali contro carcinoma mammario, polmonare e colonrettale, i più efficaci antiretrovirali. Medicinali impossibili da negare a chi rischia la vita ma che possono far saltare il banco del nostro welfare sanitario. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ai suoi colleghi europei ha chiestodi fare "cartello" per ridurre le tariffe delle cure. Una mossa per poter salvare i tanti malati senza far morire dissanguato lo Stato.
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