27/10/14

Ermete Trismegisto significa Ermete Tre Volte Grande | L'Alchimia

.........della classificazione delle sostanze e della messa a punto di tecniche di laboratorio.[Qui]

L'OPERAZIONE ALCHEMICA
I primi alchimisti europei si gettavano avidamente su ogni traduzione di testi alchemici greci ed arabi che riuscivano a reperire. Il testo antico di gran lunga più significativo rimaneva, comunque, per loro la Tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto, chiamata anche Tabula Smaragdina. Essa era la professione di fede degli alchimisti, l'affermazione del loro lavoro e fonte costante per essi di guida e saggezza. Talvolta veniva incisa sulle pareti del laboratorio alchimistico, ed è improbabile che sia esistito un alchimista che non si fosse trascritto le parole o non le conoscesse a memoria. Circolano parecchie versioni del testo, conosciuto sia in latino sia in arabo, e forse preesistente anche in lingua greca e siriaca. La traduzione seguente si basa su quella di R. Steele e D.W. Singer, eseguita agli inizi del secolo, versione che gli studiosi tendono a preferire.
«È vero, senza falsità, certo e particolarmente sincero. Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso è come ciò che è in alto, per compiere i miracoli di una cosa sola. E poiché tutte le cose derivavano dalla contemplazione di una sola, così tutte sorgevano da questa sola cosa per un singolo atto di adattamento. Perciò il padre è il Sole, la madre la Luna. Il vento la trasportò nel suo ventre, la Terra nel suo seno. E il padre di tutte le opere che destano meraviglia nel mondo. Il suo potere è perfetto. Se sarà gettata sulla Terra, separerà l'elemento della Terra da quello del Fuoco, ciò che è raffinato da ciò che è rozzo. Con grande sagacità sale con leggiadria dalla Terra al Cielo. Di nuovo discende sulla Terra e unisce in sé la forza delle cose supere e di quelle infere. Così tu possiederai la gloria della luce splendida di tutto il mondo, e da te rifuggirà ogni oscurità. Questa cosa è la robusta saldezza di ogni forza, poiché sorpassa ogni cosa sottile e penetra ogni sostanza solida. Così fu creato il mondo. Per questo si raggiungeranno acquisizioni meravigliose, in questa maniera. Per questa ragione sono chiamato Ermete Trismegisto, perché detengo tre parti della saggezza di tutto il mondo. Ecco, ciò che dovevo dire a proposito dell'operazione di Sol è compiuto»
È probabile che le origini di questo testo vadano ricercate nei primi secoli dell' era cristiana, insieme ad altri scritti attribuiti ad Ermete. Gli alchimisti europei credevano invece che le sue parole giungessero dall'alba dei tempi e costituissero la rivelazione originale dell'alchimia all'uomo per tramite della persona divina di Ermete Trismegisto. 
«Ermete vide la totalità delle cose. Dopo che ebbe visto, capì. Poiché ebbe capito, ricevette il potere di rivelarle e di mostrarle. E tutto ciò che vide, lo mise per iscritto. Ciò che scrisse, per la maggior parte lo nascose, tenendolo per sé, piuttosto che divulgarlo, così che ogni generazione futura della terra dovesse ricercare da sola queste cose».

 Il nome Ermete Trismegisto significa Ermete Tre Volte Grande. Nel generale processo evolutivo subito dalle divinità classiche, Ermes fu poi conosciuto come Mercurio e, sebbene Ermes e Mercurio svolgano dei ruoli sostanzialmente simili nell'alchimia, essi non sono identici. Ermes era visto come la fonte del sapere alchimistico e spesso si credette che fosse stato un reale adepto egizio, anche se di carattere semidivino. Mercurio era la rappresentazione dello spirito vivente dell'alchimia, il potere volatile e trasformatore che poteva esaltare le qualità della materia fino a condurla alla sua forma più raffinata. L'enigmaticità della Tavola di Smeraldo e le qualità ingannatrici di Ermes e di Mercurio si trovano riflesse nella letteratura alchemica di tutti i tempi. I testi e le illustrazioni alchimistiche sono affascinanti, ma possono anche essere esasperanti per il loro carattere criptico, e le loro descrizioni, talora, possono addirittura essere deliberatamente fuorvianti.

Si può ben dire con l'aforisma alchimistico che «In molti sono a cercare; in pochi a trovare». 

A volte il segreto è stato svelato, ma troppo tardi; dopo aver lavorato per sessant'anni, il canuto cercatore, Tonsile, conobbe un iniziato che gli rivolse questo rimprovero: «Tonsile - gli dissi - a che ti giova conoscere questa cosa? Le membra ti vengono meno per l'età avanzata, perciò cessa la tua attività; Ama le tue orazioni, è giunto ormai il momento di pregare; Poiché se tu conoscessi il materiale della nostra pietra ove tu riuscissi a produrlo, i tuoi giorni sarebbero ormai svaniti».' Si potrebbe avvertire l'influsso degli alchimisti arabi anche nella classificazione e denominazione delle fasi del procedimento che fu impiegata dagli alchimisti europei del Medioevo e delle età successive.

Proprio come pitture simboliche e descrizioni mitologiche, alle fasi vennero assegnati titoli ben appropriati alle operazioni chimiche che vi si verificavano. Questo serve a ricordare il lato più specificamente fisico dell'alchimia, per quanta fosse l'importanza del processo spirituale. La Summa della perfezione, attribuita a Geber, ma opera, probabilmente, di un autore medievale anteriore, elenca i seguenti stadi: sublimazione, discesa, distillazione, calcificazione, soluzione, coagulazione, fissazione e cerificazione. Varia altrove il numero delle fasi, oscillante fra sette e dodici, cifre simboliche l'una dei giorni della creazione, l'altra dei segni zodiacali. George Ripley, alchimista del XV secolo, chiamava l'operazione Le Dodici porte e la paragonava ad un castello circolare con dodici entrate, ciascuna rappresentante uno stadio del processo. I loro nomi erano:  

calcinazione, soluzione, separazione, congiunzione, putrefazione, congelamento, nutrizione, sublimazione, fermentazione, esaltazione, moltiplicazione e proiezione.

Possiamo stabilire delle connessioni fra il significato chimico e simbolico di alcune di questi; la congiunzione, ad esempio, indica la combinazione di zolfo e mercurio nell'alambicco e il matrimonio del Re e della Regina. La putrefazione, che è lo stadio successivo, indica che i corpi uniti devono essere uccisi dal calore, perché possa seguirne la rigenerazione, corrispondente alla morte, il cui simbolo è il corvo.
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