06/11/14

John Dee una figura controversa di età elisabettiana | L'Alchimia

......«Thomas Norton of Briseto un perfetto maestro davvero lo potete ritenere».[Qui]

Anche Thomas Charnock, nato intorno al 1524, apprese l'alchimia dai monaci. Non si conosce la sua professione e si sa che non fu molto istruito, anche se questo non lo distolse dalla ricerca. Il resoconto che egli stesso traccia della sua opera è gustoso e fresco e anch'egli trae piacere dai suoi versi. Charnock spiega il suo incontro con un frate cieco, il quale gli dice che insegnerà l'arte alchimistica solo a un giovane uomo assai dotato e straordinario, di cui ha sentito parlare, di nome Charnock! Le sue virtù sono in apparenza tali che: «Per quello che è il suo sapere, la sua serietà e il suo acume, Può ben essere incoronato Poeta Laureato».

 Chamock dovette subire molte battute d'arresto nel suo lavoro d'alchimista. La più irritante gli giunse quando fu chiamato a combattere a Calais: «Quando vidi che non c'era nessun'altra utilità, ma che dovevo andare, prima che il mio cuore mettesse radici; nella mia furia presi un'accetta in mano, E interruppi tutto il mio lavoro'ove si trovava, in quanto alle mie pentole le feci cozzare l'una sull'altra E mandai in frantumi i miei vetri ...». Dal XVI secolo in avanti l'alchimia calamitò l'interesse degli uomini dotti, specialmente quelli che cercavano una conoscenza globale dell'universo. Il loro credo era quello che non ci dovessero essere legami fra le arti, le scienze, il misticismo e le scienze occulte.

Ogni disciplina era vista come un valido mezzo per ottenere la conoscenza del mondo creato e per imparare ad operare in esso. Una comprensione metafisica avrebbe aiutato a spiegare i fenomeni fisici e ad ispirare invenzioni pratiche. Tuttavia, sebbene l'alchimia fosse presa seriamente dagli uomini che godevano di grande stima intellettuale, certo non incontrò mai il favore generale. Alcuni manifestavano sostanzialmente dello scetticismo di fronte alle pretese dell'alchimia, ma altri videro nell'alchimia e nelle arti occulte delle macchinazioni diaboliche.

John Dee (1527-1608), una figura controversa di età elisabettiana, fu sospettato di essere un incantatore, quando inventò per un'opera teatrale un elaborato scarafaggio che dava l'impressione di volare! Dee era un uomo notevole, profondamente interessato all'alchimia: già avanti negli anni si fece costruire dei laboratori nella sua casa a Mortlake. Fu un favorito della regina Elisabetta, che lo consultò per sapere il giorno e l'ora astrologicamente propizia per la sua incoronazione. Dee era dotato di grandi abilità in meccanica, ottica, navigazione, storia e matematica e fu così lungimirante da proporre un piano nazionale per la conservazione dei monumenti antichi, e una Biblioteca Reale nazionale.

Si interessò particolarmente di chiaroveggenza e lo si ricorda spesso per il suo legame con l'ambiguo Edward Kelley, che agì da intermediario per lui nei suoi tentativi di mettersi in comunicazione con il mondo degli spiriti e degli angeli. Dee, però, non fu l'ingenuo credulone che alcuni studiosi di chiara fama hanno ipotizzato, perché spesso si dimostrò molto critico nei confronti di Kelley. Ad ogni modo, Dee trovò in Kelley delle qualità o delle capacità psichiche di cui aveva grande stima, ed insieme tentarono sia la divinazione con la sfera di cristallo, sia la ricerca di tesori perduti con bacchette da rabdomante. Dee e Kelley si recarono insieme in Polonia, dove si impegnarono a dimostrare la trasformazione alchemica all'Imperatore della Boemia; il tentativo fallì, purtroppo, e furono licenziati e lasciati in condizioni di miseria, dopo di che si separarono.
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