03/11/14

lo sono Madre dello Specchio e creatore di luce | L'alchimista

..............e che il corpo terrestre è stato ridotto ad una sostanza celeste».[Qui]

GLI ALCHIMISTI: LEGGENDA E VERITÀ
Che immagine evoca la parola «alchimista»? Forse quella di una figura barbuta e ricurva, che indossa una vestaglia scura e polverosa, mentre borbotta incantesimi misteriosi, curva sui calderoni e sulle storte gorgoglianti. Quando si procede allo studio della storia dell'alchimia, appare subito ovvio che questo ritratto è assai lontano dalla verità; bisogna notare tuttavia che anche nel periodo del suo splendore l'alchimia era oggetto di ridicolo. La maggior parte della gente non aveva le idee chiare sugli intenti degli alchimisti e sulle loro pratiche, in parte perché parecchi alchimisti seri erano molto riservati a riguardo, in parte perché quelli che professavano pubblicamente di essere alchimisti erano spesso degli sciocchi o dei ciarlatani. È dall'attività di costoro che deriva l'immagine popolare degli alchimisti.
«I loro abiti sono osceni e logori, Gli uomini possono sentirne l'odore a miglia di distanza; Non nsparmiano di segnare le loro dita con acidi, 1oro occhi sono velati e le loro guance sono scavate e blu. Ricercano la pietra nella fuliggine, nel letame, nell'urina, nel vino, nel sangue e nelle uova. Vedere le loro case è un nobile passatempo, Che fornaci ci siano che vetri di diversa guisa; Quali sali, quali polveri, quali oli e quali acque, Con quanta eloquenza applaudono de materia prima E tuttavia non hanno fretta di cercare la verità».

Molti andarono in rovina per cercare la pietra filosofale, oltre al fatto che per ricercare l'oro spesero tutto il loro tempo e le loro risorse in esperimenti infruttuosi. Gli alchimisti che non riuscivano nel loro intento erano riconoscibili da un leggero odore e colore di zolfo, da vestiti consunti, da un colore della pelle che rivelava una salute cagionevole e da un aspetto generale di miseria. I ciarlatani si potevano distinguere per la loro aria di saccenza e per le loro vanterie, la loro prontezza a parlare di alchimia e dal desiderio di stupire con la promessa di trasformazioni particolari; vivevano spesso da vagabondi, e certo per ovvie ragioni. Al di là di questo ritratto superficiale, si trovano comunque tipi diversi di persone, seriamente impegnate nello studio dell'alchimia.

Nel Medioevo si trattava spesso di monaci, ma, sia allora sia in epoche successive, nelle file degli aspiranti alchimisti figuravano anche nobili, uomini di affari, eruditi, e anche alcune donne. Tutti avevano abbastanza. tempo e denaro per sostenere le proprie ricerche, poiché era molto probabile che ci volessero mesi, se non anni, di lunghi esperimenti, durante i quali compito dell'alchimista era regolare l'intensità del fuoco, aggiungere e mescolare le sostanze nel recipiente e soprattutto aspettare di osservare il verificarsi delle reazioni giuste. In età medievale l'ambiente monastico offriva delle eccellenti opportunità per il lavoro degli alchimisti.

I monasteri erano centri naturali del sapere, poiché tutti i libri erano sotto forma di manoscritti, ed una delle occupazioni principali dei monaci era ricopiare i testi e ornarli con miniature. Molti monasteri avevano belle biblioteche e ricevevano visitatori provenienti anche da molto lontano, che portavano con sé nuovi modi di vedere di altri maestri e altri paesi. Ci sono molte testimonianze di monaci alchimisti. Nell'antologia della poesia alchimistica di Elias Ashmole (Theatrum Chemicum Britannicum) si trova un'attestazione di un autore dal nome piuttosto sinistro, «Pearce, il Monaco Nero» che dimostra un discreto talento per la poesia e il cui stile sembrerebbe collocarlo nel Medioevo:

«Io sono Mercurio il fiore potente,
lo sono il più alto di tutti gli onori;
lo sono la fonte di Sole, Luna e Marte,
lo sono colui che ha originato Saturno e sono la fonte di Venere,
lo sono Imperatrice, Principessa e Regina delle Regine,
lo sono Madre dello Specchio, e creatore di luce,
lo sono il capo e il più alto e il più bello a vedersi ...».
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.