01/05/15

E' la Fine dei Giochi per la Famiglia Vartanian

Per iniziare bene il mese di maggio, vi parlerò dell'ultimo capitolo della trilogia thriller dei Vartanian ideata dall'abile penna di Karen Rose: "Uccidi per me".


La Trama

Uccidi per me comincia qualche attimo prima da dove era terminato il romanzo precedente. Seguendo l'agente Luke Papadopoulos e Susannah Vartanian ritorniamo al momento in cui Daniel Vartanian giunge al bunker dove sono rinchiuse le ragazze rapite e vendute come merce di scambio. Chi c'è dietro questo crudele traffico? E perché tutto sembra ruotare proprio attorno alla famiglia Vartanian?

La recensione

Un cambio di prospettiva e un inizio subito ad alta tensione, anche se in parte il
"Uccidi per me" di Karen Rose
"Uccidi per me"
lettore sa già cosa accadrà, perché letto nel romanzo precedente, ciò tuttavia non lo mette al riparo dalla tensione e dalla suspance, il cambio di prospettiva infatti, permette di scoprire molti altri elementi, tra i quali quelli di Bobby e di coloro che si occupano del marcato di ragazze.

In Uccidi per me la Rose ci cala ancora di più in uno scenario cupo e torbido, in cui non ci può fidare di nessuno e dove il male, sembra essere sempre un passo avanti.

Un thriller per stomaci robusti e veri appassionati del genere, perché l'autrice ci dimostra con straordinaria maestria la sua capacità di scrittrice, nel creare una trama fitta di intrecci e colpi di scena, con personaggi schiacciati dalle proprie colpe e nonostante questo decisi ad ottenere giustizia per le vittime.

Con Muori per me la Rose aveva gettato le basi, introducendo i personaggi ed i fili necessari alla trama. In Grida per me l'autrice aveva fatto un altro passo avanti, calando il lettore nel torbido di una piccola cittadina dove si nascondono segreti indicibili e rivoltanti, ma è con Uccidi per me che la Rose raggiunge l'apice del suo lavoro.

Difficile paragonare il suo modo di scrivere o i suoi libri con gli altri grandi autori di thriller, perché come capita spesso alle donne che si cimentano in questo genere, la Rose, come fece anche Chelsea Cain, si cala nel torbido, nel sadico e nella cupa malvagità come gli uomini raramente tendono a fare, senza timore di sporcarsi le mani o nel timore di qualche giudizio, perché quando si scrivere questo genere di libri come lo fa la Rose, i giudizi negativi fioccano, soprattutto per la crudeltà e la crudezza nella narrazione o dei temi narrati, è naturale che accada, può piacere come non piacere, come per tutti i generi letterari e per tutti gli autori.

Sono poche le donne che scrivono thriller e lo sanno fare bene, a mio parere Karen Rose è una di queste e il suo Uccidi per me mi è piaciuto molto, così come i suoi due libri precedenti, per una trilogia davvero unica che sono felice di aver letto.

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