02/06/15

Polidori e Lord Byron per il Primo Vampiro

Nel piccolo libricino di cui vi parlerò oggi, sono contenuti due racconti che hanno come protagonista un vampiro. Il primo è “Il vampiro” di John William Polidori, il secondo invece è “Un mistero della campagna romana” di Anne Crawford.


Il vampiro

Nel racconto Il vampiro seguiamo le vicende del giovane Aubrey, del suo incontro con il misterioso ed enigmatico Lord Ruthven, che si rivelerà preso essere un vampiro in cerca di giovani vergini.

Attribuito impropriamente a Lord Byron, da cui però era nata l'idea di Polidori apre della narrativa al vampiro, spogliandolo delle leggende e della tradizione da cui nasce, per vestirlo dei panni dell'affascinante ed enigmatico gentiluomo che gli autori che verranno dopo riutilizzeranno, più o meno adattandolo ai loro bisogni
partenza, il racconto di

La figura del vampiro, descritta brevemente all'inizio, rimane accennata per il resto del racconto, restando una figura ambigua, fino alla fine, dove si dimostra effettivamente malvagio.

Infine l'elemento che avrebbe dovuto essere di svolta per la narrazione, ovvero la promessa di Aubrey a Lord Ruthven, finisce per essere superfluo, se non addirittura slegato dal resto della storia, rendendo così il racconto di Polidori avvincente ma leggermente scialbo.

Un mistero della campagna romana

Nel racconto Un mistero della campagna romana invece seguiamo le vicende di Martine e del suo amico Marcello, trasferitosi in una villa di campagna dove deperisce giorno dopo giorno senza che nessuno ne comprenda il motivo.

Se nel racconto di Polidori la figura del vampiro è rappresentata da un nobiluomo che si aggira tra le vie del mondo come un qualunque essere umano, nel racconto della Creawford si tratta di una donna dei tempi dell'antica Roma che rimane vincolata alla sua bara a Vigna Marziali.

Altra differenza tra i due racconti è che Vespertilia, così scopriremo si chiama la creatura, attira Marcello per berne il sangue, a differenza di Lord Ruthven che cercava giovani vergini solo per rovinarle.

La trama del breve racconto appare in definitiva ben articolata, con tutti gli elementi al posto giusto, tanto da rendere questo racconto quasi sconosciuto, sinceramente apprezzabile e piacevole.
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