24/02/17

Prova su strada Alfa Romeo Stelvio SUV innovativo

La Giulia era sacrosanta. Doverosa, verrebbe da aggiungere, perché condensa e cala nell’oggi 107 anni di storia. 


Un modo per dire che il punto di (ri)partenza non poteva che essere quello. I tempi sono tempi, però, e nel 2017 non è immaginabile fare a meno di una sport utility.

Non nell'accezione più bolsa del termine, ché quegli oggetti con la trazione integrale utili soltanto ad andare sulla neve senza patemi appartengono ormai al passato.
Oggi le Suv sono (anche) altro. Per lo meno alcune di loro, quelle per le quali ha senso parlare di qualità stradali, di piacere di guida e di tutto ciò che serve a strapparle all’idea del puro mezzo di trasporto.

In materia, per non sbagliare, si può partire dai soliti tre marchi tedeschi, ma all’Alfa Romeo, durante lo sviluppo della loro prima Suv, hanno tenuto come riferimento soprattutto la Jaguar F-Pace e la Porsche Macan.
Il motivo è semplice: quando sei un’Alfa, e di nome ti chiami Stelvio, con le curve ci devi saper fare davvero.
Dal punto di vista stilistico, nel frontale la Giulia è lì da vedere: le assonanze sono notevoli, volute, cercate.
La sezione verticale è più ampia, ovviamente, ma questo non scalfisce il dinamismo dell’insieme.
Che mantiene un bell’equilibrio anche nel padiglione e nella coda: secondo le prospettive, qui gli echeggiamenti riguardano la Giulietta e la Maserati Levante.

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