23/04/14

Olio d'oliva originale

Verde intenso, giallo oro, trasparente, non filtrato, a bassa acidità, biologico, 'Italiano, spremuto a freddo. Sono solo alcuni degli elementi per riconoscere un buon olio, inteso come quel grasso, liquido a temperatura ambiente, estratto dai frutti (olive) o dai semi (mais, soia, girasole, ecc.). 


In percentuali variabili, secondo la provenienza, contiene acidi grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi (acidi grassi essenziali), piccole quantità di vitamine (A, D, E, K, ecc.) e antiossidanti naturali come i tocoferoli. Medici, dietologi e ricercatori di tutto il mondo non hanno dubbi: è il condimento ideale di qualsiasi pietanza 'In grado di coniugare gusto e salute. Ma ciò che non era chiaro era da quale paese provenisse l'olio d'oliva che si acquista. I più risponderebbero dal paese dove sono nate e state raccolte le olive. Ma per Bruxelles le cose non stavano così: è possibile definire italiano un olio ricavato da olive importate, a patto che siano frante 'In Italia. Tutto da rifare, dunque. Grazie all'opposizione italiana, il parlamento europeo fece marcia indietro, così per olio di oliva si intenderà quello ottenuto a partire dal frutto dell'olivo e la denominazione di origine dell'olio extravergine sarà legata al luogo da dove proviene la materia prima: se un extravergine è prodotto da olive tunisine, spagnole e italiane lo si dovrà riportare chiaramente, insieme alla relativa percentuale.
Legge Mongiello approvata alla fine del 2012,(o "legge salva olio Made in Italy"), che tra le altre cose prevedeva un miglioramento nella leggibilità delle etichette degli oli (aumento delle dimensioni dei caratteri) e rendeva reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine (articolo 517-quater del codice penale) anche il solo mettere in etichetta indicazioni “che evocano una specifica zona geografica di origine degli oli di oliva non corrispondente alla effettiva origine territoriale delle olive”.

Olio d'oliva
Nel dicembre 2013 la Commissione Ue ha approvato a Bruxelles (con 283 voti a favore e 69 astensioni) un nuovo regolamento per le etichette degli oli (modifiche al regolamento europeo n. 29/2012 relativo alle norme di commercializzazione e all’etichettatura dell’olio di oliva) che si applicherà a partire dal 13 dicembre 2014 e che prevede che: le informazioni in etichetta dovranno essere riportate obbligatoriamente nello stesso campo visivo principale e in un corpo di testo omogeneo, utilizzando caratteri di dimensioni già fissati dal regolamento (CE) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori; per quanto riguarda le bottiglie destinate alla ristorazione gli Stati membri possono stabilire norme a livello nazionale che dispongano l’uso obbligatorio di sistemi di chiusura che ne impediscano il riempimento dopo l’esaurimento del contenuto (dunque una volta aperte le confezioni non saranno più riutilizzabili). In più il consumatore dovrà essere garantito, attraverso controlli, che quello che gli viene venduto sia veramente olio d'oliva, acidità, presenza di perossidi, cere, trigliceridi, ecc. Non sarà consentito aggiungere all'olio grassi di provenienza diversa rispetto alle olive. Gli oli, poi, saranno suddivisi in due grandi categorie secondo tipologie e qualità: si definiranno naturali gli extravergine (acidità tra 1 e 0,8 per cento); e vergini quelli con acidità fino a 1,5 per cento. In ogni caso, si ottengono tutti e due attraverso prima spremitura nel frantoio e le differenze vengono dal diverso grado di acidità. Saranno, invece, etichettati come standard quelli che oggi definiamo lampanti o di sansa (acidità superiore al 2 per cento) e che derivano dal taglio e dalla miscelazione con olio d'oliva vergine per ovviare alle perdite di qualità connesse al metodo di trasformazione. Le diciture Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) rimarranno invariate.


Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.