16/07/14

...fare in modo che la fatica inutile non sia senza risultati, oppure che il risultato non sia indegno della fatica. | Seneca

.................. dai forze contro di te alle situazioni avverse, che riesce sempre a spezzare chi le ha viste prima.[ qui ]

12, 1. Subito dopo questi comportamenti, vi sarà il non affaticarsi in fatti inutili o inutilmente, cioè il non desiderare ardentemente ciò che non siamo in grado di conseguire, oppure, una volta conseguito, comprendere tardi la vanità dei nostri desideri, dopo molta vergogna, cioè fare in modo che la fatica inutile non sia senza risultati, oppure che il risultato non sia indegno della fatica. Di solito, da questi fatti, tiene dietro il malcontento, se non c'è stato risultato, oppure se del risultato si ha vergogna.
2. Bisogna tagliare tutto intorno il correre di qua e di là, come fa gran parte della gente, che vaga senza meta per case e teatri e piazze: si offrono per affari altrui, simili a persone sempre occupate. Se interrogherai qualcuno di costoro mentre esce di casa: «Dove vai? a che pensi?», ti risponderà: «Non lo so, vivaddio; ma vedrò gente, qualche cosa farò».
3. Senza un proposito vagano cercando affari, e non fanno ciò che si erano proposti, ma ciò in cui si sono imbattuti; irrazionale e vano è il loro correre come le formiche, che strisciano su per gli alberi, si portano sulla cima e di qui in basso, senza averne alcun bottino: moltissimi conducono una vita simile a queste, per le quali, giustamente, si potrebbe parlare di inerzia inquieta.
4. Di certuni avrai pietà, come se corressero ad un incendio: a tal punto spingono quelli che si parano loro davanti, fanno cadere sé stessi e gli altri, mentre intanto si sono messi a correre per portare il saluto a qualcuno, che al loro saluto certo non risponderà; per accompagnare il funerale di qualche sconosciuto; per recarsi al processo di qualcuno che litiga spesso o alle nozze di qualcuno che si sposa spesso, e, dopo aver tenuto dietro alla lettiga, in certi posti sono soliti portarla anche; poi, tornando a casa con la loro inutile stanchezza, giurano di non sapere neppure loro perché sono usciti, dove sono stati, ma pur sono decisi a vagabondare il giorno dopo per le medesime tracce.
5. Ogni fatica sia pertanto riferita a qualche scopo, abbia qualche prospettiva! non l'operosità li tiene in movimento, ma, come pazzi, false apparenze li mettono in agitazione. Neppure questi si muovono infatti senza qualche speranza: li attira l'apparenza di qualche cosa, la cui vanità la loro mente posseduta non riesce a rendere chiara.
6. Allo stesso modo, ognuno di quelli che escono di casa per accrescere la folla, motivi vuoti e leggeri lo conducono in giro per la città; senza che abbia nulla per cui darsi da fare, il sorgere del sole lo caccia di casa, e dopo che, venuto invano a sbattere contro la soglia di molti, ha salutato con ogni regola i nomenclatori, pur non ammesso alla presenza di molti, con nessuno riesce ad abboccarsi più difficilmente che in casa sua con sé stesso.
7. Da questo male dipende quel difetto sconcissimo, il tendere l'orecchio e l'indagare sui fatti pubblici e su quelli segreti, il venire a sapere tante cose, che né con piena sicurezza si raccontano né con piena tranquillità si ascoltano.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.