23/07/14

Seducente, leggera, freschissima ...La seta

Raso, voile, crepe, taffetas: sono i mille volti della seta. Scopriamo insieme in questo dossìer tutti i segreti del più nobile dei tessuti Perfetta d'estate: impalpabile come un velo. Ideale d'inverno: avvolgente ed elegante. E basta un cuscino lucente per vestire di raffinatezza la casa ... 

IMPALPABILI trasparenze che accarezzano la pelle. Nuvole di luce e di colore che ci avvolgono. Preziosissimi disegni che sottolineano l'abbronzatura ... Brillante e vistosa, negli irresistibili «top» estivi, o trasparente e incredibilmente sexy, è la seta, regina incontrastata dei nostri guardaroba. Difetti? Nemmeno uno: la seta è fresca d'estate e calda d'inverno; è molto più resistente di altre fibre e sopporta benissimo (quando è pura) un normale lavaggio a mano. Quanto ai prezzi, la seta orientale (quella più usata per i top e le camicie a tinte unite) è di buona qualità e costa poco. Certo, la seta «firmata» ha prezzi più alti. Ma la spesa vale davvero la pena e non stiamo parlando solo di vestiti: in casa, per esempio, una tenda di seta o quache cuscino di batik danno subito un tocco prezioso e molto chic. 

seta di Damasco
IL SEGRETO DELLA SETA è tutto lì: in un bozzolo di baco che si dipana a poco a poco. Un filo di bava lungo 800 metri, che sembra fragile (il diametro oscilla fra i 10 e i 22 micron) ma è a prova di bomba (ogni millimetro quadrato può reggere un peso di 45 chili, come l'acciaio). Il baco da gelso lo secerne per avvolgersi in una tana protettrice: formata da una parte interna (fibroina) e da una seconda sostanza proteica esterna (la sericina), che a contatto dell'aria si saldano insieme. Selvatico o d'allevamento? Ce n'è per tutti i gusti: i bachi che producono «su ordinazione» dell'uomo sono generalmente in Cina, quelli allo stato brado sono i rari «tussah» indiani. Si selezionano solo quelli più grossi. Lo sapevate? La tintura può cominciare all' origine, colorando le foglie di gelso di cui si cibano i bachi: il risultato sono fili di volta in volta trasparenti, rossastri o cangianti al verde. Fin qui la natura. 
seta italiana

Compito delle fìlande è, invece, dipanare il bozzolo per avere la seta greggia: più lungo e integro è il filo, più prezioso è il filamento. Ma il filo dipanabile non è molto, i residui e i bozzoli difettosi sono i cascami, che vengono lavorati e da qui esce la seta "shappe", dal fìlo discontinuo di minore qualità. Si usa nello shantung di seta e in altri tessuti dall'effetto luccicante. A questo punto, i fili di seta greggia vengono sottoposti alla sgommatura, ossia a un bagno caldo di sapone che toglie la sericina che ricopre il filamento. Risultato? Un filo più morbido: la seta completamente sgommata (o seta cotta) è la più pregiata perché diventa straordinariamente brillante e dolce al tatto. I fili delle sete crude, invece, non riescono a «tenere» la filatura e la tintura una volta privati della sericina: per questo vengono immersi in sostanze sintetiche come la formaldeide, che impedisce alla «gomma naturale » di sciogliersi.

seta grezza
Da dove viene. «Sarà italiana o cinese? ». Davanti a una camicetta di seta in vetrina, la risposta è scontata. Quasi tutta la seta greggia viene dalla Cina che ne produce 485 mila tonnellate all' anno e anche il 90 per cento della seta lavorata in Italia viene da Pechino. Seconda in classifica, per la produzione di bozzoli, è l'India, con 11.500 tonnellate. Di filati indiani a noi, però, ne arrivano pochi, dato che questo immenso Paese li usa alI'80 per cento per la confezione dei sari, le splendide tuniche femminili che lasciano scoperta una spalla. La moda detta legge anche in Giappone. terzo produttore al mondo di seta greggia, che ne impiega moltissima per i kimono.

L'Italia, invece, è il primo paese importatore di filato grezzo: donne italiane avvolte di seta da capo a piedi? Niente affatto: ne usiamo un decimo rispetto alle giapponesi (solo 30 grammi all'anno a testa), ma la compriamo per lavorarla ed esportarla. La seta lavorata in Italia è richiestissima in tutto il mondo per la qualità del taglio e del design. Certo, il tessuto e i capi confezionati in Estremo Oriente hanno prezzi molto competitivi e si vendono molto anche da noi. E per un top o una camicetta a tinta unita, il made in "Cina" va benissimo. Ma se cercate disegni e fantasie più ricercate, è quasi inevitabile scegliere il made in Italy».
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