24/09/14

Le energie assopite e inconsce si scatenano Kundalini si srotola | LE TRE VIE

.... che i suoni inglobino l'universo e designino gli archetipi immaginabili.[Qui]

Da questa simulazione, che i significanti raccolgano tutta la nostra esperienza di significati, proviene una serie di vantaggi, l'espressività dell'idioma si dilata, sicché la lettura dei testi consacrati diventa misterica. Di qui capolavori come il Tantraloka di Abhinavagupta, dove tutto l'universo si squaderna. Secondo Abhinavagupta ogni manifestazione emerge dal cuore di Dio e l'uomo vi può partecipare grazie al tremito inconsapevole del proprio cuore. Per avvertirlo occorre spingersi al di là del vuoto, fino al punto in cui si cessa di distinguere il corpo dal mondo esterno.

Ci si arriva mediante la forza della negazione, apohanasakti, la quale rallenta la vibrazione della consapevolezza e l'emissione del respiro. Chi giunga a questo stadio di apprendimento vi si potrà anche insediare stabilmente. Potrà poi progredire verso l'indicibilità: non è afferrabile, ma se ne può ottenere coscienza in grazia del Tantra, il quale nulla nega perché si tiene alla vibrazione fondamentale di tutti i soffi in completo abbandono, in una quiete esente da ogni distinzione, al di là di spazio e tempo; in esso si scorda d'essere nati e d'essere esposti al futuro.

Per spingersi fin qui è stato necessario generare un turbine cieco e impersonale, facendo combinare e fondere insieme la coagulazione e il discioglimento. A questo punto ci si proietta in uno spazio che sta al centro dell'universo (kha), dove ci si integra entro il tutto istantaneo e discontinuo, nel quale si spalanca una breccia sul nulla e sul vuoto. L. Silburn cita il commento di Mahesvarànanda al suo stesso inno Mahàrthamaiiiari: «Quando ti apri il cammino verso il centro di kha fino al bindu [il punto senza dimensioni, Siva stesso], ti si conosce col nome di khecari [energia che erra nell' etere della coscienza] ».

Non si tratta di nirvàna: esiste una forza che porta al di là del nirvàna, nella pace suprema di Siva-che-gioca. Non si è neanche riusciti a capire che cosa sia questa pace finché ci si concepisce come separati dagli altri, per un pregiudizio nato dall'immaginazione. L'uomo perfetto e potente (siddha) si manifesta nell'unità eseguendo riti sessuali col discepolo e con la compagna: da un tale incontro emerge oceanico e androgino, freme alla congiunzione dei sessi e dei loro ritmi opposti, nell'intervallo fra due pensieri, stando esattamente tra l'uno e l'altro, nella fusione di Siva e della sua sakti. Ora che sono cessati i pensieri a duplice polarità insieme al respiro in inspirazione ed espirazione, le energie assopite e inconsce si scatenano, Kundalini si srotola, cominciando dalle pulsazioni all'ano che generano innanzitutto meraviglia (camatkara), quindi un turbine di tremiti che estinguono la coscienza, fino a esplodere nella risata fragorosa di Siva.

Il maestro partecipa alla trasformazione dei discepoli penetrando nella loro anima in maniera che l'effervescenza sensibile si rifletta nell'intima coscienza di ciascuno di loro come in una molteplicità di specchi. Nell'ultima fase del processo si sarà scossi da brividi d'orrore, da profluvi di lacrime, da sbadigli e balbuzie, via via che scattano i nodi nel condotto della spina (susumna). Alla fine si perverrà all'identificazione totale con Siva. Abhinavagupta si riallaccia al sistema vedico, ma ne fornisce un'interpretazione del tutto esoterica. Dà un'esegesi ,della Bhagaoadgità che capovolge quella di Sankara, riferendo ogni asserzione del poema alla liberazione come identificazione con Siva.

Ogni rimprovero al desiderio, ogni limite alla podestà di liberarsi dalle caste sono cancellati. Abhinavagupta invoca l'unificazione di tutte le tradizioni religiose e filosofiche (Sastrananam melanam); presso di noi soltanto il Pico saprà attingere questa radicale, innovativa conflagrazione e trasfigurazione. Ksernaràja ribadirà che il nostro sé non è certo il corpo, né il soffio, né l'intelligenza, né il vuoto, bensì la pura coscienza illuminata fusione d'oggetto e soggetto, vibrazione generata dalla Madre (matrka): l'insieme delle lettere a partire dalle vocali.

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