08/10/14

L'alchimia è l'arte della trasformazione | L'Alchimia

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CHE COS'È L'ALCHIMIA 

L'alchimia è l'arte della trasformazione. Il lavoro dell'alchimista consiste nel produrre nel materiale su cui sta operando una serie successiva di mutamenti per condudo, a partire da uno stato grezzo, a uno stato perfetto e purificato. Nella sua forma più semplice questo intento è espresso dalla volontà di mutare in oro i metalli vili, cosa che, a livello fisico, implica varie operazioni di laboratorio. Si tratta però di una  sola delle dimensioni dell'alchimia, perché il «metallo vile» su cui si opera e l'«oro», prodotto di questa trasformazione, possono anche venire interpretati come simboli dell'uomo che è alla ricerca del perfezionamento della sua natura.

L'alchimia tradizionale è una disciplina che comporta un lavoro fisico, psicologico e spirituale: eliminare uno qualsiasi di questi elementi significa snaturare e smembrare la sostanza dell'alchimia. Non possiamo certo dire di trovarci di fronte ad una tradizione facilmente comprensibile, e ciò a causa di parecchl motivi; innanzitutto perché l'alchimia si esprime principalmente mediante simboli mitologici, scelti proprio in virtù della loro intrinseca capacità di adombrare informazioni, ìnterpretabili a livello sia spirituale sia materiale, ma che non consentono mai una definizione precisa e univoca. In secondo luogo, è difficile giungere ad una constatazione oggettiva delle trasformazioni straordinarie che l'alchimia pretende di operare nella realtà concreta.

Le attuali leggi scientìfiche escludono la possibilità di convertire I metalli in oro con mezzi diversi da quello della fissione nucleare; d'altro canto, e probabile che l'alchimia, per il fatto di includere anche una dimensione mentale oltre che fisica, possa varcare i normali confini della scienza e produrre effetti a livello materiale, inspiegabili secondo le leggi della chimica. Va detto, altresì, che l'oro prodotto in questa trasformazione è piuttosto differente da quello ordinario. In terza istanza, la storia dell'alchimia investe un raggio molto ampio, sia dal punto di vista spaziale - essendo stata praticata nelle società orientale, araba ed occidentale - sia da quello temporale, poiché inizia circa duemila anni fa. Una tradizione uniforme sarebbe, invero, sorprendente: l'alchimia, come molti altri studi, ha attratto una grande quantità di persone, animate dagli intenti più disparati.

Ci sono sempre stati alchimisti che non erano altro che dei materialisti puri e semplici, avidi di arricchirsi grazie al possesso del segreto della creazione dell'oro. Alcuni furono solamente degli ingenui, altri furono degli imbroglioni che durante false trasmutazioni estraevano l'oro dalle tasche dei loro attenti discepoli e spettatori, più che da effettive operazioni di laboratorio. Anche fra gli alchimisti più sinceri ed entusiasti, gli approcci alla dottrina potevano essere molto differenti. Taluni si mostravano maggiormente interessati alle tecniche chimiche adoperate dall'alchimia, altri invece puntavano la loro attenzione sul risvolto filosofico. Certi videro nell'alchimia una guida sicura che conduceva a scoprire il vero significato del cristianesimo, mentre per altri rappresentò la possibilità di produrre medicine raffinate e potenti.

L'alchimia si tinge di volta in volta di una sfumatura diversa a seconda del sapere e delle motivazioni in possesso di chi la pratica, tanto da influire, in un certo senso, anche sulla tecnica stessa. Vi sono simboli comuni e processi chiave nell'alchimia, ma non succede mai che vengano descritti in modo identico, anche solo fra due fonti diverse: ciò ha dato parecchi grattacapi a quanti hanno cercato di tracciare una storia dell'alchimia e del suo significato. Come gli alchimisti, anche chi si occupa di alchimia ne descrive e ne definisce la tradizione in base alle proprie inclinazioni e alle proprie tendenze, ed è inevitabile che ciò avvenga, poiché non esiste un 'interpretazione «obiettiva» dell'alchimia.

Il problema dell'obiettività cesserà di angustiare il lettore, nel momento in cui egli si renderà conto che nello studio dell'alchimia un approccio solo scientifico, solo psicologico o solo spirituale può mettere in luce aspetti differenti di questa scienza, che invece si compone di tutte e tre queste dimensioni. È piuttosto difficile che tutti si sia egualmente versati nella conoscenza di questi tre livelli; saranno le esperienze personali e la pratica a determinare il nostro modo di accostarci all'alchimia e la nostra perspicacia nell'analisi delle sue operazioni.

Ciò significa, al livello più semplice, che uno scienziato se ne occuperà come di uno stadio primitivo della chimica, uno psicologo la troverà interessante in quanto descrizione della psiche umana mediante simboli e un mistico la interpreterà come ricerca conoscitiva del divino.
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