20/09/14

Dedicata al risveglio della Serpe Avvoltolata o Kundalini | LE TRE VIE

....Tutta la popolazione di spiriti va interpretata come un quadro trasposto delle possessioni, dei desideri, delle conquiste, delle paure umane.[Qui]

Proiettati in questa cornice, i Tantra diventano più pienamente leggibili. La parola significa trama o tessuto (il sole è chiamato tantràyin. perché emette raggi come fili un tessuto). Tantra denota anche il modello, il sistema, la dottrina o la pratica, in genere ciò che si dispiega. Si associa naturalmente ai sistemi bene intessuti sia di figurazioni (yantra) che di suoni (mantra). Nell'accezione più stretta il vocabolo designa un insegnamento esoterico non vedico, o legato ai Veda da una liberissima interpretazione. Esso ha per tema l'emanazione dell'universo a partire da un suono originario inudibile, che si tramuta prima in un atomo sonoro percepito dai veggenti, poi nel suono potenziale che infine diviene percettibile a chicchessia; da questi elementi primordiali si dipana il mondo fino all'oggi, l'epoca nostra, retta dai Tantra. Inoltre implica un culto non vedico ché si congiunge a sogni, allucinazioni volontarie, autoipnosi; chi partecipa s'identifica con Dio, Visnu o, più di frequente, Siva, e dovrebbe ricevere poteri magici (siddhi) oltre alla liberazione.

Fra i riti prevale il consumo delle cinque M: vino o Sakti (mada), carne o Siva (mamsa), pesce (matsya), cereali o legumi, che taluno interpreta come stupefacenti (mudra), e coito (maithuna) in cui il maestro opera con un'adepta e un discepolo o con una cerchia di coppie e tutti giungono all'estasi unendosi all'Androgino divino. Si suol dire che queste pratiche si possano intendere sia alla lettera (via di sinistra) che metaforicamente (via di destra), comunque questi dettami sovvertono il regime alimentare, il sistema delle caste e l'etica vedica oltre a scancellare la moralità patriarcale. I devoti del Tantra usano un idioma segreto (samdhyabhasa)e celebrano con una donna di bassa casta (bombi)un congiungimento in cui esistenza, nirvàna, mente e fiato servono da strumenti, mentre tutt'attorno si allineano in cerchio, presenze terrificanti, le yogini; lo sperma e le correnti di energia nel corpo sono il mosto che fermenta in vino via via che sale su per il corpo fino al cranio, scatenando l'ebbrezza estatica che apre a unità e liberazione.

Per accostarsi a questo termine si contempla il suo simbolo, il centro di una figurazione (mandala) appositamente scelta dal maestro per chi la deve adoperare. Tucci osserva che ogni mandala mostra lo sviluppo del cosmo, il fedele deve fare a ritroso questo cammino. Quasi di necessità a questo fine ci si avvale dell'alchimia rasasatra, che fornisce preparati di zolfo, mercurio e mica speziati di droghe come, la marijuana, che contiene la sostanza di Siva. Questo aspetto alchemico dei tripudi tantrici è già documentato da testi del IV secolo. L'origine del tantrismo come complesso di questi aspetti non si può accertare, ma le posizioni di yoga tantrico coi talloni congiunti sotto il perineo nei sigilli di Mohenjo Daro del . 3000 a.C. saranno descritte nell'Acaranga Sutra e nel Kalpa Sùtra giaina.

Il primo testo che si può chiamare di yoga tantrico, ben diverso dalla pratica che espone Patanjali, è la Hathayogapradipika attribuita a Svàtmàràma e dedicata al risveglio della Serpe Avvoltolata o Kundalini, che rappresenta l'insieme delle energie inconsce. La parola è connessa con la radice kunc: « incurvare ». Dalla stessa origine indoeuropea proviene l'antico irlandese cuachach, « arricciolato », ma è singolare e forse può spiegare il senso del termine sanscrito lo hindi kùrra, « cerchia di dove si lanciano maledizioni ».
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