29/09/14

Il massaggio in India si prodiga senza interruzione già fra madre e figlio | LE TRE VIE

............« Il padre è giunto davanti al figlio ». Marpa è travolto dalla gioia.[Qui]

MEDICINA E ALCHIMIA
Surendranath Dasgupta tratta della medicina o Ayurveda, nella sua storia della filosofia indiana, come esplicitazione delle dottrine e non soltanto delle yogiche. Caraka la considerò il Veda primario, altri la denominò quinto Veda; si comincia a parlarne nel Mahabhàrata, dove già si elencano i tre elementi dei corpi viventi: vento, bile e muco. L'Ayurveda fu allineato accanto all'Atharva o quarto Veda, che provvide di riti, amuleti e preghiere la cura della salute, ma per formulario ci si restrinse alla conoscenza sperimentale, praticando fin dal 1000 a.c. la dissezione dei cadaveri; eppure esso presuppone la purezza che fu Herder a individuare in India: l'astensione dal vino e dalle carni il clima mite, l'assenza di eccessi vi crearono un popolo tenero e privo di forti passioni, « In contatto con lo spirito sottile degli elementi ».

La teoria del corpo sottile è sviluppata fin dai  primordi (anche se molte scuole lo negheranno): più piccolo di un pollice, pervade tutto Il.corpo, come una fiammellina impregna dei suoi raggi una stanza. Sottile è anche il soffio energetico che trasmette le vibrazioni della mente al corpo. Le cure sono un tesoro prezioso: fra le più antiche c'è esattamente la terapia cui Gurdjieff voleva sottoporre Katherine Mansfield: la dimora fra le mucche per un anno bevendo soltanto il loro latte. L'Indù soggiunge: meditando la gayatri, la preghiera «tat savitur varenyam, bhargo devasya, dhimahi dhiyo yo pracadajàt »: «Meditiamo la gloria del Sole, splendore divino, per essere illuminati ». Secondo la disamina di Harish Johari, parte intima, quotidiana, domestica dell'Ayurveda è il massaggio, amorevole cortesia che in India si prodiga senza interruzione già fra madre e figlio: 
stringe l'uno all'altro i loro organismi ben oltre la nascita in un nesso simbiotico. Vibra costante e lene la frizione prodigata dalla madre e il bambino a sua volta impara naturalmente a massaggiare, le sue prensili manine presto stropicceranno piedi e caviglie ai nonni. Ogni sposina è istruita dalla madre nell'arte di sfregare e stiracchiare lo sposo con i vari oli, specie quello di senape, vezzeggiandogli ventre, regione cardiaca, volto, premendogli con forza il collo, con energia risoluta piedi e cranio, tempestandogli poi coi pollici le vertebre della schiena, dal coccige alla nuca, sui due lati, come accarezzando e sciogliendo un serpente. Di continuo si picchiettano, impastano, sfregano e spremono i lottatori, i devoti a Hanumat, divino figlio del Vento e di una scimmia, il quale talvolta assume veste e aspetto di dea tantrica. Fu lui che massaggiò piedi e caviglie a Rama stremato. In lui s'immedesimò Ramakrishna. I lottatori volano come lui, s'appigliano come scimmie. Ma tutti in India ricevono il massaggio che raddolcisce e dispone alla transe e tutti ripetono il detto: «La malattia non sfiora colui al quale si massaggino i piedi prima del sonno, come alle aquile non si accostano i serpenti ». 
La linfa è risospinta nel sangue dalle frizioni e così nutre e ravviva dopo che il calore uniforme del massaggio l'ha purificata. La purificazione del cuore si raggiunge infine grazie alla magnetica fusione tra i corpi del massaggiatore e del massaggiato.

Costantemente in India ricompare l'immagine dell'essere non manifestato, Visnu assopito sul serpente, cui Laksmi massaggia piedi e caviglie. Sempre si ricanta l'episodio dell'esercito sfinito di Bharata, che dopo un bagno nel fiume è massaggiato da gruppi di fanciulle e subito, ringagliardito, si riprende. Chi potrebbe essere tormentato dall'insonnia, se lo rasserena uno strofinamento alla schiena e al capo seguito da un bagno prima caldo e poi freddo?

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