17/11/14

La Camerata Fiorentina era un'accademia | L'Alchimia

............... compositori come Monteverdi la trasportarono in un campo culturale più vasto.[Qui]


Monteverdi era un individualista; pur consapevole dei progressi che nel suo campo erano stati fatti da altri compositori, riteneva comunque di dover procedere in modo autonomo alla propria salvezza con l'aiuto di tradizioni quali il neoplatonismo e l'alchimia. I più antichi sviluppi della musica barocca alla fine del XVI secolo furono ispirati da tutta una serie di studi. Un gruppo in particolare è ritenuto l'anima di questo movimento; esso è noto come «la Camerata Fiorentina», un'attiva compagnia di musicisti, studiosi e nobili, il cui intento dichiarato era quello di riportare la musica ai fasti dell'antica civiltà classica, non solo grazie all'aiuto di filosofi del tempo, ma anche attraverso un'ampia gamma di studi metafisici, mistici e magici, in cui l'alchimia trovava una sua collocazione naturale.

La figura centrale, responsabile dell'organizzazione degli incontri all'interno del gruppo, fu Giovanni Bardi, il cui figlio in seguito ebbe a scrivere: «Mio padre, Signor Giovanni, che provò grande diletto per la musica e fu ai suoi tempi un compositore di una certa reputazione, ebbe sempre intorno a sé gli uomini più famosi della città, dotti in questa professione, che egli invitava a casa dove si era costituita una sona di piacevole accademia permanente, da cui erano banditi qualsiasi tipo di vizio e di gioco. La nobiltà fiorentina era attratta da questo gruppo con grande beneficio personale, e passava il proprio tempo non solo nelle attività musicali, ma anche nella discussione e nell'apprendimento della poesia, dell'astrologia e di altre scienze che di volta in volta nobilitavano questo amabile ritrovo».

 La Camerata Fiorentina era un'accademia (di fatto consistette di due o tre gruppi che si succedettero l'uno all'altro) sorta sulla scia di una tradizione inaugurata a Firenze nel 1459 da Marsilio Ficino. Ficino era venuto incontro ad una richiesta del duca regnante, Cosimo de' Medici, di fondare una nuova scuola di studi che si occupasse degli scritti platonici e dei testi ermetici che erano stati riportati alla luce. In questa scuola gli studi di Kabbalah e di astrologia si intrecciavano con questi temi classici ed ermetici, e i suoi membri tentavano di dimostrare che non c'era sostanziale conflitto fra tali dottrine e il cristianesimo. Questa originale Accademia Fiorentina ebbe un enorme impatto sulla visione religiosa e artistica del tempo. Fu seguita da un gran numero di altre accademie, ciascuna animata da un'intenzione diversa.

La Camerata Fiorentina, anche a distanza di un secolo, conservò questa più ampia prospettiva, ma la applicò a scopi ben precisi nel campo della musica. La sua produzione fu in un primo tempo piuttosto di maniera e risultò, come era naturale attendersi, dal momento che si trattava di musica su commissione, per certi versi artificiosa. Ad ogni modo, certi principi asseriti dai suoi membri cominciarono a dare i loro frutti; lo stile declamatorio (in seguito noto come recitativo) fu concepito a partire dall'interpretazione del dramma greco e diede così modo di tradurre musicalmente l'espressione appassionata del discorso. La creatività individuale iniziò ben presto a fare la sua comparsa in compositori come Giulio Caccini e Jacopo Peri, le cui opere hanno dimostrato di possedere un valore non effimero.

I loro scopi, nel rispetto della tradizione di sapienza a cui si ispirarono, erano di carattere spirituale: Caccini scrisse che lo scopo della musica era quello di sembrare «un modello e una riproduzione fedele di quelle eterne armonie celesti da cui provengono così tanti benefici effetti sulla terra, che innalzano ed incitano le menti degli ascoltatori à contemplare le infinite delizie che il Cielo offre". In termini generali e per fare un parallelo, questi erano gli stessi scopi dell'alchimia. Come nella pratica alchimistica, i membri della Camerata credevano anche che gli uomini potessero partecipare attivamente e direttamente al processo di creazione dell'universo, che non si è soltanto spettatori passivi, ma che si possono ordire personalmente delle magie, e invocare presenze divine e angeliche.

Si diceva che gli dei fossero influenzati dalla nostra musica. Un antecedente di questa opinione si ritrova negli scritti di Marsilio Ficino, che raccomandava l'uso della musica come mezzo per far discendere sulla terra le divinità dei pianeti. (F. Yates, Giordano Brunono e la tradizione ermetica). A sua volta questa concezione è mutuata dalle pratiche orfiche, che sono cronologicamente e contestualmente legate ai testi ermetici e ci riconducono, a completamento del cerchio, all'alchimia.

Si può giudicare l'interesse per l'ermetismo, che fu dominante nell'Italia rinascimentale, anche dalla pavimentazione marmorea della Cattedrale di Siena, dove si possono ammirare impressionanti ritratti di Ermete Trismegisto c delle dieci profetesse Sibille.

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